Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, si è recato in Irlanda, ai primi di giugno, al fine di discutere con autorità ed esponenti della società civile irlandesi il tema della protezione dei gruppi vulnerabili in tempi di austerità.
Il rapporto, con annessa la replica del governo irlandese, è stato pubblicato lo scorso 15 settembre.
Per quanto di nostro interesse, il Commissario esprime (§ 39) la sua preoccupazione riguardo alla durata delle procedure di asilo in Irlanda. Questo Paese, unico nell’Unione europea, ha una duplice procedura per l’esame, da un lato, dello status di rifugiato e, dall’altro, dello status di protezione sussidiaria (o il permesso di rimanere sul territorio per altri motivi). Due uffici diversi sono incaricati dell’esame e, mentre nel primo caso il tempo necessario per una risposta varia da otto a dieci settimane, nel secondo l’attesa si prolunga in media quattro anni. Durante questo periodo, i richiedenti rimangono in centri di accoglienza e ricevono circa 19 euro alla settimana (9 i bambini). Si tratta di un sistema criticato da UNHCR e ONG per le sue conseguenze negative sull’integrazione.
Le osservazioni del governo irlandese, in replica al report del Commissario, sono puntuali. Viene detto che, in media, il tempo necessario per arrivare a una decisione finale è stato, nell’ultimo anno, di dieci mesi.
Si procede quindi a un’utile descrizione delle attuali procedure. Le persone che si vedono rifiutare lo status di rifugiato entrano in una seconda procedura che considera se hanno diritto allo status di protezione sussidiaria o, in caso negativo, a un permesso di rimanere comunque sul territorio irlandese. Durante questa seconda procedura, separata da quella per lo status di rifugiato, l’esame ricomincia da zero. E’ chiaro, continua la replica del governo, che non si tratta di una decisione che possa essere presa rapidamente, considerate le conseguenze sulla vita delle persone coinvolte.
Un progetto di riforma della legge, attualmente all’esame del Parlamento, prevede comunque l’introduzione di una procedura unica, più semplice e veloce.
NB: nonostante il Protocollo sulla sua posizione annesso ai Trattati UE le consenta di restare fuori dagli strumenti adottati dall’Unione europea nel campo dell’immigrazione e dell’asilo, l’Irlanda ha deciso di essere vincolata dalle Direttive Qualifiche e Procedure, non dalla Direttiva Accoglienza.
Vai al rapporto del Commissario dopo la sua visita in Irlanda