Lo scorso 19 giugno Eurostat ha pubblicato i dati sui riconoscimenti di protezione da parte degli Stati membri dell’UE nel corso del 2011. Si tratta di 84.100 persone, in crescita rispetto alle 75.800 del 2010.
L’ufficio statistico dell’UE prende in considerazione sia le decisioni in prima istanza, sia le decisioni in fase di ricorso e ci dice che, nel primo caso, è stata riconosciuta una forma di protezione (internazionale o nazionale) a 59.500 persone, su circa 237.000 domande esaminate (pari a circa il 25%), mentre nel secondo altre 24.600 persone si sono viste riconoscere una protezione, su circa 128.000 casi (pari al 19%).
Le principali nazionalità delle persone protette nei 27 Stati membri dell’Unione europea sono quella afgana (13.300 persone), seguita dall’irachena (9.000) e dalla somala (8.900).
I Paesi dell’UE che più di tutti hanno riconosciuto una forma di protezione sono invece il Regno Unito(14.400 persone), la Germania (13.000), la Francia(10.700) e la Svezia (10.600), seguite dai Paesi Bassi(8.400) e dall’Italia (7.500).
Quanto agli status riconosciuti, in 42.700 casi sugli 84.100 totali (pari al 51%) si è trattato dello status di rifugiato; 29.400 persone (ovvero il 35%) si sono viste riconoscere lo status di protezione sussidiaria, mentre 12.000 (il restante 14%) sono state autorizzate a rimanere sul territorio per ragioni umanitarie.
A questi numeri, non impressionanti, si devono aggiungere (appena) 4.100 rifugiati reinsediati da Paesi terzi.
Alcuni dati in particolare sull’Italia.
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È stata riconosciuta una forma di protezione in prima istanza al 29.6% delle domande di asilo, ovvero una percentuale più alta rispetto alla media UE;
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il ricorso alla protezione umanitaria è assai diffuso: ben 3.350 casi su 7.485 riconoscimenti di protezione, ovvero quasi la metà (45%) del totale; una percentuale decisamente superiore a quella degli altri Stati membri. Al contrario, lo status di rifugiato è riconosciuto in misura sensibilmente inferiore alla media UE: appena una persona protetta su quattro (contro il 51% a livello UE);
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la casellina relativa al numero di rifugiati reinsediati in Italia da Paesi terzi è invece malinconicamente inchiodata al numero 0;
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l’origine delle persone a cui è riconosciuta una forma di protezione varia molto: gli afgani sono la nazionalità prevalente e rappresentano appena l’11.5% del totale;
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in sede giurisdizionale, le decisioni positive sono più di una su cinque (21.7%).