Il 28 settembre la Commissione ha pubblicato la “Relazione intermedia relativa all’attuazione del Piano d’azione sui minori non accompagnati” (MNA).
E’ un documento molto interessante ai nostri fini, così come il Documento di lavoro dello staff della Commissione che lo accompagna e che contiene – fra le altre cose – una serie di dati e un elenco di progetti finanziati in questo campo dall’Unione europea negli Stati membri o in Paesi terzi.
A maggio del 2010 la Commissione pubblicava il “Piano d’azione sui minori non accompagnati”. In questo Piano d’Azione, la Commissione in sostanza ricordava che “esistono chiari vincoli alla libertà d’azione degli Stati membri quando si tratta di minori non accompagnati” e che l’approccio comune UE in questo campo “dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti dei minori” e “soprattutto del principio dell’interesse superiore del minore che deve essere una considerazione preminente in tutti gli atti relativi ai minori compiuti da autorità pubbliche”.
Il Piano d’Azione proponeva tre linee di azione principali: prevenzione, programmi di protezione regionale, accoglienza e identificazione di soluzioni durature.
Nella Conclusione si leggeva che tale Piano doveva costituire “il punto di un partenza di un processo a lungo termine” e la Commissione di impegnava a riferire in merito all’attuazione entro la metà del 2012.
Eccoci dunque alla Relazione di cui ci occupiamo oggi, che – come si legge nell’Introduzione – “illustra gli sviluppi registrati tra maggio 2010 e giugno 2012 e identifica i settori che richiedono maggiore attenzione e azioni mirate nel corso dei prossimi due anni.“
Di seguito riporteremo i punti più interessanti contenuti nella Relazione, divisi per capitolo. In questo box ne anticipiamo sinteticamente alcuni.
I principali punti della Relazione della Commissione 1. l’arrivo di minori non accompagnati nell’UE non è un fenomeno temporaneo 2. la mancanza di dati precisi continua ad essere uno dei problemi principali 3. la cooperazione con i Paesi di origine non si deve focalizzare solo sulla prevenzione della migrazione, ma anche su rintraccio dei familiari, rimpatrio in sicurezza e rischi di re-trafficking 4. serve formare il personale di frontiera, migliorare il procedimento per accertare l’età, prevenire la scomparsa dei minori e individuare misure per quando raggiungono i 18 anni 5. la Direttiva Rimpatri ha portato miglioramenti significativi in molti Stati membri 6. i minori continueranno ad essere una priorità nel programma comune di reinsediamento UE 7. occorre sfruttare a pieno le potenzialità dei fondi europei |
Situazione attuale
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l’arrivo di minori non accompagnati nell’UE non è un fenomeno temporaneo; le ragioni alla base dell’arrivo sono diverse: fuga da conflitti, catastrofi naturali, discriminazione, persecuzione;
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i due principali Paesi di origine dei MNA nell’UE nel 2009 sono stati Afghanistan e Irak e tale trend è continuato anche nel 2010;
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nel 2011 sono state presentate da parte di MNA 12.225 domande di asilo nei 27 Stati dell’Unione, in linea con gli anni passati;
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le dimensioni e la natura dei flussi variano molto da Paese a Paese: ad es., in Svezia i MNA sono soprattutto richiedenti asilo – e il loro numero è quasi raddoppiato (da 1.510 a 2.655) negli ultimi tre anni – così come in Germania – dove nello stesso periodo il numero è quasi triplicato (da 765 a 2.125); in altri Paesi, come Italia e Spagna, le richieste di asilo sono invece poche rispetto al flusso dei MNA.
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I numeri forniti dall’ItaliaIl documento di lavoro dello staff della Commissione che accompagna l’uscita della presente Relazione riporta i dati forniti da tutti gli Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, a pag. 12 si può leggere che, al 31 dicembre 2011, erano presenti sul territorio 5.959 MNA, provenienti in particolare da Afghanistan, Bangladesh, Tunisia, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Ghana.Nella maggior parte dei casi, si tratta di minori fra i 16 e i 17 anni.
Raccolta dei dati
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la mancanza di dati precisi continua ad essere uno dei problemi principali: non tutti gli Stati raccolgono regolarmente dati sui MNA, ad eccezione di quelli che chiedono asilo;
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è importante non solo conoscere i dati all’arrivo, ma anche migliorare la conoscenza di quello che succede una volta che i MNA si trovino sul territorio dell’UE;in futuro…
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gli Stati membri dovrebbero pertanto raccogliere dati quantitativi e qualitativi sul numero di MNA che abbandonano i centri di accoglienza, il tipo di servizi e supporto fornito ai MNA nelle varie procedure (da quella per la determinazione dell’età, alle procedure di asilo, al rintraccio dei familiari, alla nomina del tutore,…), nonché sul numero dei MNA rimpatriati.
Prevenzione della migrazione a rischio e della tratta
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è il primo passo per affrontare efficacemente il problema dei MNA e l’UE e gli Stati membri hanno continuato nel periodo in questione a inserire il tema della migrazione, e in particolare dei minori, negli accordi di cooperazione allo sviluppo; la Relazione incoraggia UE e Stati membri a continuare con queste azioni;in futuro…
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è importante tuttavia che la cooperazione con i Paesi di origine non si focalizzi solo sulla prevenzione della migrazione, ma anche su altri aspetti quali il rintraccio dei familiari, il rimpatrio in sicurezza e i rischi di re-trafficking.
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sono state proposte modifiche al Codice Frontiere Schengen per migliorare la gestione dei MNA in frontiera, anche attraverso corsi di formazione per il personale;
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nei confronti dei MNA richiedenti asilo, la modifica degli strumenti legislativi attualmente in corso rafforzerà la loro protezione. La Direttiva Qualifiche, già modificata lo scorso dicembre, rinforza le previsioni in materia rintraccio dei familiari e, per la prima volta, introduce una lista indicativa di considerazioni per determinare quale sia l’interesse superiore del minore;
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la Direttiva sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (Direttiva 2011/36/UE) contiene disposizioni sul supporto e la protezione dei MNA vittime di tratta;
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l’EASO ha inserito nel suo Programma di lavoro 2012 la creazione di un gruppo di lavoro sulla determinazione dell’età, che fornirà assistenza tecnica e pubblicherà un manuale sul tema;in futuro…
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l’EASO, in collaborazione con Frontex, studierà ulteriori possibilità di formazione sulla gestione di casi che coinvolgono minori alle frontiere esterne dell’UE, che includeranno il tema della determinazione dell’età;
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la Commissione continuerà a lavorare sul rintraccio dei familiari, per identificare e promuovere le migliori prassi;
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i fondi europei a disposizione devono essere meglio utilizzati, al fine di implementare ulteriormente l’approccio comune UE sui MNA. La Commissione poi suggerisce alcune tematiche su cui dovrebbero focalizzarsi i futuri progetti: buone prassi per prevenire la scomparsa dei minori, migliori standard di accoglienza e cosa fare quando i minori raggiungono l’età di 18 anni.Soluzioni durature
Accoglienza e garanzie procedurali nell’UE
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la trasposizione della Direttiva Rimpatri ha portato miglioramenti significativi nella protezione dei MNA in molti Stati membri (viene segnalato uno studio che suggerisce agli Stati una serie di buone prassi in materia di rimpatrio di minori: “Comparative Study on Practices in the Field of Return of Minors“, Dicembre 2011);
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la modifica al Fondo europeo rifugiati, che ha creato il Programma comune di reinsediamento UE, incoraggia gli Stati membri a reinsediare MNA riconosciuti rifugiati in un Paese terzo;in futuro….
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la relazione della Commissione sull’applicazione della Direttiva Rimpatri – che sarà pubblicata entro dicembre 2013 – esaminerà da vicino l’applicazione delle disposizioni relative ai minori;
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la Commissione invita ad un utilizzo migliore delle risorse disponibili nel Fondo rimpatri;
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i MNA continueranno ad essere inseriti fra le priorità del programma comune di reinsediamento UE anche nel futuro Fondo per l’Asilo e la Migrazione 2014-2020.
Nelle Conclusionisi legge che, nonostante i progressi fatti verso un approccio comune europeo in materia di MNA, si tratta di un processo ancora in corso, che richiede ulteriori sforzi.
Il futuro Fondo europeo per l’Asilo e la Migrazione dovrà assicurare un finanziamento coerente delle attività verso questo gruppo di migranti e l’UE continuerà a finanziare iniziative nei Paesi terzi. L’UE e gli Stati membri devono poi fare più sforzi per collaborare con i Paesi di origine, transito e destinazione.