Con grande piacere segnaliamo il numero monografico di “Lares”, a cura della professoressa Barbara Sorgoni (di cui consigliamo vivamente il bell’intervento sulla credibilità nella procedura di asilo, che potete trovare qui), intitolato Chiedere asilo in Europa. Confini margini e soggettività.
Segue breve presentazione.
Sorgoni B. (a cura),Chiedere asilo in Europa. Confini margini e soggettività, in «Lares» vol. LXXVII n.1, 2011.
Benché per i soggetti migranti possa risultare difficile separare nettamente i motivi economici da quelli politici all’origine del proprio viaggio, o misurarne il grado di volontarietà, le migrazioni forzate si distinguono da quelle meramente economiche quantomeno per il potere “plasmatico” delle istituzioni nazionali e sovra-nazionali. Richiedente asilo e rifugiato sono essenzialmente categorie giuridiche co-costruite da differenti soggetti all’interno di complesse relazioni burocratiche e pratiche amministrative ordinarie. Tali relazioni e pratiche si vanno via via uniformando con l’adozione di un comune regime europeo dell’asilo, ma permangono ancora sostanziali differenze tra gli Stati.
Il volume di Lares sull’asilo presenta un’analisi comparata delle politiche e delle pratiche di determinazione dello status di rifugiato in vari Stati europei, e delle diverse forme di gestione dell’iter procedurale che le accompagna.
A partire da lunghi periodi di osservazione etnografica svolta dai diversi autori nei rispettivi contesti di ricerca, i saggi proposti esplorano modalità amministrative e pratiche quotidiane con cui viene gestita l’attesa all’interno di Centri di differente natura in 3 paesi del nord Europa: un centro di accoglienza danese situato su un’isola del Mar Baltico e gestito dalla Croce Rossa (Whyte); un centro di detenzione amministrativa nel Regno Unito gestito da rappresentanti dello Stato e da personale di una ditta privata (Griffiths); due Centri di accoglienza per richiedenti asilo in Francia, finanziati dallo Stato e interamente gestiti da personale del settore sociale (Kobelinsky). Vengono poi affrontate le dinamiche relazionali tra potere e fiducia, tra richiedenti asilo e operatori o esperti legali, sia in un CARA italiano (Pinelli), sia in spazi meno formalmente strutturati come quello di una Ong ateniese che garantisce assistenza legale ai richiedenti asilo (Cabot) o il Centro Frantz Fanon di Torino che fornisce assistenza e cura ai migranti (Taliani). Il primo e l’ultimo saggio (rispettivamente Sorgoni, e Vacchiano) portano l’attenzione sul tema della frontiera, inquadrando i servizi per i richiedenti asilo in una cornice che collega globale e locale.
Come scrive Pietro Clemente nell’editoriale: “Leggere il presente dei rifugiati europei in queste pagine, così contiguo con mondi coloniali, reclusori, discriminatori, è uno strumento forte per leggere l’Europa contropelo. Il tema dell’universalismo dell’individuo liberale, o della persona cristiana si rivela drammaticamente falso nelle azioni istituzionali che si fanno dispositivi di coercizione, costrizione, creazione di ‘carriere morali’”.