Eurostat ha pubblicato pochi giorni fa un comunicato con i dati relativi ai richiedenti asilo nell’UE nel 2012, nonché quelli sulle decisioni prese dagli Stati membri in prima istanza nello stesso periodo. 
Oggi vediamo di analizzare questi dati, con riferimento dapprima alla situazione europea generale, quindi con un focus specifico sull’Italia. Gli spunti di interesse non mancano.




Occorre sottolineare preliminarmente che i dati di Eurostat fanno riferimento alle persone richiedenti asilo, non alle domande che, talvolta, possono includere più di una persona (ad esempio perché membri della stessa famiglia). 


I dati nell’Unione europea

Il numero delle persone che hanno chiesto asilo nei 27 Paesi dell’UE durante il 2012 è 331.975, ovvero circa 30.000 in più (+10%) rispetto al 2011, anno in cui furono 302.000. 

Ancora una volta, la maggior parte dei richiedenti asilo nell’UE provenivano dall’Afghanistan (più di 26.000). La Siria è divenuta ormai, a causa del perdurare del conflitto, il secondo Paese di origine dei richiedenti asilo nell’Unione europea con circa 23.500 persone, seguita dalla Russia (23.360).

Molto interessanti i dati sui Paesi di destinazione
Più del 70% dei richiedenti asilo hanno presentato domanda in soli 5 Stati membri: Germania (ben 77.500, ovvero quasi il 25% di tutti i richiedenti asilo dell’intera UE), Francia (60.600 richiedenti, pari al 18%), Svezia (43.900, 13%), Regno Unito (28.200, 8%) e Belgio (28.100, 8%). 

La crescita del 10% a livello europeo è dunque in realtà frutto di una grande differenza tra le diverse regioni europee
Il comunicato di Eurostat non ci fornisce i dati per poter fare un paragone di questo tipo con l’anno passato, ma dal rapporto UNHCR sulle domande di asilo nei 44 Paesi più industrializzati pubblicato proprio in questi giorni – per quanto non del tutto comparabile con Eurostat – ricaviamo che mentre nei Paesi nordici la crescita delle richieste di asilo è stata quasi del 40%, nell’Europa meridionale si è assistito nel 2012 ad un importante calo delle domande, pari quasi al 30% (e dovuto in larga parte all’Italia, come vedremo meglio sotto).

Quanto agli esiti, su 268.045 domande esaminate in prima istanza nel 2012 – che ovviamente non sono esattamente le stesse presentate nel corso dello stesso anno, in quanto i tempi della procedura fanno sì che alcune domande siano esaminate solo l’anno successivo – le decisioni positive sono state 71.245, pari al 26.6%
Tra queste, 37.065 sono state decisioni di riconoscimento dello status di rifugiato (13.8%), in 27.920 casi è stata riconosciuta la protezione sussidiaria (10.4%), mentre 6.415 sono state le decisioni positive legate a ragioni umanitarie (2.4%). 
Le decisioni negative sono invece state 196.920, pari a più del 73%.


I dati italiani

—————-AGGIORNAMENTO:  Il primo comunicato di Eurostat conteneva degli errori per quanto riguarda le decisioni in prima istanza in Italia (errori che compaiono anche in questo messaggio). Per i dati corretti, V. questo nostro post successivo. ———————————————-

In Italia si è assistito a un vistoso calo delle domande di asilo nel corso del 2012, rispetto all’anno precedente. Secondo Eurostat, infatti, sono state 15.715 le persone che hanno avanzato una domanda di protezione internazionale nel nostro Paese, rispetto alle 34.515 del 2011. 
Questo dato colloca l’Italia al 7mo posto fra i 27 Paesi UE in termini assoluti
Ma ancora più interessante è leggere il dato che mette in relazione le persone richiedenti asilo con gli abitanti. Qui l’Italia è addirittura 14ma, con appena 260 richiedenti per milione di abitanti, rispetto ad una media nell’UE di 660. Paesi paragonabili all’Italia come numero di abitanti (Francia e Regno Unito) hanno ricevuto rispettivamente 925 e 445 richiedenti asilo per milione di abitanti nel 2012. 

Fra i Paesi di provenienza dei richiedenti asilo in Italia, al primo posto il Pakistan (2.365), seguito da Nigeria (1.515) e Afghanistan (1.365).

Più elevato rispetto alla media UE il tasso delle decisioni positive.
In Italia, infatti, su 21.705 decisioni prese in prima istanza, quelle positive sono state 7.930, pari al 36.5% del totale. Come si può vedere, circa dieci punti percentuali sopra alla media UE. 
Lo status di rifugiato è stato riconosciuto in 1.735 casi (8%, inferiore di cinque punti rispetto alla media UE), la protezione sussidiaria in 4.410 casi (pari al 20.3%%, quasi il doppio rispetto alla media UE). Anche il tasso di concessione della protezione umanitaria (1.935 casi) è molto alto rispetto alla media UE (quasi il 9%, contro il 2.4%).

E’ ovvio che il tasso di riconoscimento – come anche il prevalere dell’una o dell’altra forma di protezione – dipende in larga parte dalla nazionalità dei richiedenti asilo, dato che al momento conosciamo solo in maniera parziale. In sede di commento, dobbiamo dunque limitarci a registrare anche per il 2012 un (peraltro non nuovo) ampio ricorso in Italia, rispetto ad altri Stati membri UE, a forme di protezione sussidiaria o umanitaria, piuttosto che allo status di rifugiato
Non abbiamo invece gli elementi per indicarne con precisione i motivi.

Vai al comunicato stampa di Eurostat