Il 4 giugno scorso venivamo informati da un comunicato stampa dell’EASO (l’Agenzia dell’UE che fornisce sostegno agli Stati membri in materia di asilo, V. qui) della sottoscrizione – da parte del direttore esecutivo della stessa Agenzia, Dr. Robert K. Visser, e del prefetto Angela Pria, capo dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – di un “Piano di supporto speciale” all’Italia.
Tale Piano, come apprendevamo dallo stesso comunicato, era stato richiesto dall’Italia nel dicembre 2012 “per rafforzare i livelli qualitativi del sistema nazionale di asilo e di accoglienza”, anche in vista dell’entrata in vigore delle nuove regole del Sistema europeo comune di asilo.
Non deve trattarsi di un sostegno di piccole dimensioni, considerato che – come si legge nel comunicato – “EASO metterà in campo 42 attività di supporto tecnico-operativo (sessioni formative, workshops tematici, linee guida operative, ecc.) per la concreta attuazione degli strumenti del Sistema Comune Europeo di Asilo”. Inoltre, il supporto durerà fino alla fine del 2014.
Vista l’importanza e il possibile impatto sul sistema di asilo italiano, anche al fine di condividere i contenuti del testo con chi legge il nostro blog e con le altre realtà della società civile, abbiamo chiesto all’EASO di poter ricevere una copia del Piano.
Con grande rammarico, dobbiamo comunicare che tale possibilità ci è stata negata.
Nella sua – molto cordiale – lettera di risposta, infatti, il direttore esecutivo dell’EASO ci ha detto che il Piano di supporto all’Italia potrà essere reso noto solo una volta che le sue attività saranno state portate a termine. Cioè alla fine del 2014. Pubblicare prima il contenuto del Piano potrebbe infatti pregiudicare gravemente il processo decisionale dell’EASO. Tale decisione è stata presa dopo aver consultato le autorità italiane.
Riteniamo che questa risposta – di cui abbiamo peraltro molto apprezzato toni e celerità – sia francamente poco accettabile.
A maggior ragione, in un momento come questo. In cui, da un lato, come emerge anche dai recenti fatti di cronaca, è sempre più forte la necessità di trasparenza della pubblica amministrazione soprattutto quando si tratta di diritti umani fondamentali1.
E in cui, dall’altro lato, certo non mancano i dossier “caldi” e delicati che le autorità italiane dovranno gestire di qui alla fine del 2014. Su tutti, il rapporto con la Libia, ma anche la situazione ai porti dell’Adriatico e in generale il tema dell’accesso alla procedura di asilo. Senza dimenticare poi, nel contesto del recepimento delle nuove Direttive europee, il futuro del sistema di accoglienza italiano e il necessario miglioramento della qualità delle decisioni prese in merito alle domande di protezione internazionale, sia in prima che in seconda istanza.
Considerata l’importanza dei temi di cui stiamo parlando e considerato che l’EASO analizzerà dati e produrrà linee guida, organizzerà workshops tematici e incontri di formazione, sarebbe a nostro parere auspicabile che le tante organizzazioni della società civile che in Italia si occupano di diritto di asilo, fossero non solo informate del contenuto (e dei costi) del Piano di supporto prima della fine del 2014, ma potessero anche essere coinvolte, con un ruolo da protagoniste, in queste attività.
1 Tale necessità peraltro si trova esplicitata addirittura nell’art. 1 del Trattato sull’Unione Europea, che recita: “Il presente trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa, in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini.”