L’EASO (l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo) ha da poco pubblicato il suo rapporto sulla situazione dell’asilo nell’UE nel terzo quarto del 2013.
Il rapporto cerca di fornire uno sguardo sulle principali tendenze in atto a livello europeo, attraverso l’analisi dei dati sulle istanze di asilo e sulle decisioni prese dai 28 Stati membri UE, dalla Svizzera e dalla Norvegia.
Ancora una volta, sottolineiamo in apertura la non eccessiva utilità di un simile rapporto che, per larga parte, non fa altro che ripetere i dati già forniti da Eurostat, limitandosi dunque alla parte quantitativa e lasciando all’analisi uno spazio piuttosto marginale.
Per questo, quanto alla prima parte del rapporto EASO, contenente i dati sulle domande di asilo e le decisioni assunte dagli Stati membri, rimandiamo al nostro recente post sul rapporto Eurostat per il terzo quarto del 2013.
Dedichiamo invece alcune righe alla seconda parte del rapporto EASO, quella dedicata all’analisi delle principali tendenze in atto:
- Siria
- Balcani occidentali
- Eritrea
1. Siria
Il numero delle richieste di asilo presentate da cittadini siriani nel terzo quarto 2013 è quasi raddoppiato rispetto al quarto precedente, raggiungendo una media di 5000 domande al mese. Questo, unito alla considerazione che il conflitto in Siria sia ancora lontano da una soluzione, porta l’EASO a prevedere che “la pressione dei richiedenti asilo siriani” sui sistemi di asilo degli Stati membri rimarrà probabilmente alta.
Il rapporto sottolinea poi come, benché la maggioranza delle domande di asilo dei siriani continuino ad essere presentate in soli due Stati membri (Germania e Svezia), si nota ora una maggior distribuzione, con 17 Stati membri dove i siriani compaiono tra le prime tre nazionalità di origine dei richiedenti asilo.
Per quanto riguarda il tasso di riconoscimento delle domande presentate da cittadini siriani, che si conferma intorno al 90%, il rapporto opportunamente spiega che in realtà quel 10% di domande respinte si riferisce o a casi di persone poi rinviate in un altro Stato membro ai sensi del Regolamento Dublino (ma considerate come “negative” secondo le vecchie linee guida di Eurostat, da poco modificate) o a persone che non vengono considerate come siriane e la cui domanda è respinta (senza che la statistica relativa alla loro nazionalità venga modificata).
Infine, il rapporto sottolinea la (criticabile) grande differenza nel tipo di protezione riconosciuta a cittadini siriani dai vari Stati membri, con agli estremi il Regno Unito che ha riconosciuto lo status di rifugiato nel 100% dei casi positivi e la Bulgaria e Malta che hanno riconosciuto esclusivamente la protezione sussidiaria o quella umanitaria.
Dal rapporto “EASO Quarterly Asylum Report – Quarter 3, 2013“, pag 22 |
2. Balcani occidentali
Il rapporto dedica poi attenzione alle domande di asilo presentate dai cittadini provenienti dai Paesi dei Balcani occidentali, che rappresentano il 18% di tutte le domande negli Stati membri e che hanno raggiunto il livello più alto, in termini assoluti, mai registrato in un singolo quarto dell’anno (21.630 domande). Il 61% di queste domande sono state depositate in Germania (erano il 30% nel secondo quarto).
Nei primi 9 mesi del 2013, più del 95% delle domande di cittadini provenienti dai Paesi dei Balcani occidentali sono state rigettate.
Su questo e altro relativamente al tema delle richieste di asilo dei cittadini dei Paesi dei Balcani occidentali, consigliamo questo nostro post.
3. Eritrea
La terza tendenza individuata dal rapporto EASO è relativa alla forte crescita delle domande presentate da cittadini eritrei, più che triplicate rispetto al secondo quarto dell’anno. Una possibile spiegazione di questo aumento viene individuata dall’EASO nelle misure intraprese da Israele e Arabia Saudita che hanno chiuso le rotte verso questi Stati.
Il 24% delle domande sono state presentate dai cittadini eritrei in Svezia, il 22% in Norvegia. L’esito è stato positivo nel 77% dei casi esaminati in prima istanza nel terzo quarto.