Oggi avviamo una nuova attività di Asilo in Europa che siamo sicuri incontrerà l’interesse di molti lettori. 

Fin dagli esordi questo blog si è caratterizzato anche per offrire l’analisi delle sentenze con cui la Corte di Giustizia dell’Unione europea interpreta il diritto europeo in materia di asilo. 
Si tratta di un’attività che ci è sembrata da subito fondamentale, in quanto spesso la normativa europea – il cui testo è frutto di inevitabili compromessi – necessita di chiarimenti. Inoltre, le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per tutti coloro che saranno chiamati a interpretare quella stessa norma in futuro. Al di là del fatto che la controversia da cui trae origine una determinata sentenza della Corte sia sorta in uno Stato membro o in un altro, l’interpretazione dei giudici di Lussemburgo sarà valida per tutti.  

Ecco dunque l’estrema importanza di conoscere bene queste decisioni e di averle sempre “a portata di mano”.





Per questo, da oggi pubblicheremo, una alla volta, la nostra analisi di tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di asilo. Alcune di queste sentenze non sono mai state commentate su questo blog perché antecedenti alla sua nascita, altre sono già state commentate e in questo caso ripresenteremo le nostre analisi in una forma più approfondita e facilmente fruibile.

Per ogni sentenza offriremo infatti un commento breve per inquadrare la decisione e, per chi fosse interessato ad approfondire, l’analisi vera e propria (di poche pagine) in formato pdf, facilmente scaricabile e conservabile
Per una comodità di consultazione ancora maggiore, divideremo le sentenze a seconda dell’atto legislativo interpretato dalla Corte di Giustizia (Regolamento Dublino, Direttiva Qualifiche, etc…). 

Dove trovare le analisi delle sentenze?

Sul nostro sito: www.asiloineuropa.it che vi presentiamo oggi per la prima volta e vi invitiamo a consultare anche per conoscere meglio l’associazione e le attività che sta portando avanti. 
La pagina dedicata alle sentenze della Corte di Giustizia è questa.
Come vedrete, per ora la pagina contiene solo l’elenco delle sentenze, divise per argomento, e l’analisi della prima sentenza, di cui ci occupiamo oggi.

Si tratta di una decisione che non avevamo avuto occasione di commentare su questo blog, in quanto antecedente alla sua nascita: il caso Elgafaji (C-465/07), probabilmente uno dei più importanti, conosciuti e citati anche nelle decisioni dei giudici italiani. 

Nelle righe che seguono presentiamo il “commento breve”, rimandando al nostro sito per scaricare il pdf con l’intera analisi.

Nelle prossime settimane ci occuperemo di tutte le altre sentenze, una alla volta, continuando a pubblicare su questo blog i commenti brevi e a rimandare al sito per l’analisi completa. E naturalmente, mano a mano che usciranno nuove sentenze della Corte, le commenteremo.
Per ritrovare facilmente il commento e l’analisi di una sentenza della Corte di Giustizia in materia di asilo sarà dunque d’ora in poi sufficiente andare sul sito di Asilo in Europa, in particolare a questa pagina, e cercare la sentenza di proprio interesse.

Come sempre, ci fa molto piacere ricevere commenti e riscontri e dunque vi chiediamo di mettervi in contatto con noi per farci avere le vostre impressioni.

Buona lettura (qui e sul sito)!





C-465/07 – Elgafaji, 17 febbraio 2009


La causa in esame si interroga in merito all’interpretazione dell’art. 15, lett. c) della “Direttiva qualifiche che contiene uno dei tre requisiti alternativamente necessari al fine del riconoscimento della protezione sussidiaria.  

In particolare, la Corte di Giustizia, con questa sentenza, cerca di fare chiarezza su un punto molto problematico della Direttiva Qualifiche e cioè cosa si debba intendere per minaccia grave ed individuale derivante da violenza indiscriminata. Un testo, questo dell’art. 15 lett. c), che contiene una contraddizione (minaccia individuale…in un contesto di violenza indiscriminata) che i giudici di Lussemburgo sono qui chiamati a sciogliere.

La Corte conclude affermando che l’art. 15, lett. c) della Direttiva Qualifiche deve essere interpretato nel senso che, ai fini del riconoscimento della protezione sussidiaria, la sussistenza di una minaccia grave e individuale alla vita o alla persona di un civile non necessita della prova che il richiedente sia oggetto specifico di minaccia per motivi peculiari attinenti alla situazione personale. 
La minaccia si considera, infatti, provata, eccezionalmente, quando il conflitto armato in corso nel Paese di provenienza del richiedente è di tale gravità che la sola presenza del civile nel Paese in questione rappresenta di per sé un rischio effettivo di subire tale minaccia.


Vai al sito di Asilo in Europa per scaricare l’analisi completa della sentenza