Eurostat ha pubblicato pochi giorni fa il suo rapporto sul numero di richiedenti asilo nell’Unione europea e sugli esiti delle domande esaminate dagli Stati Membri in prima istanza nel 2013.
Come sempre, riportiamo qui principali dati che emergono dal rapporto e relativi tra le altre cose a Paesi di origine, Stati UE di destinazione, tassi di riconoscimento della protezione,..
Nelle ultime righe si può trovare un focus dedicato all’Italia.
1) Richiedenti asilo nell’Unione europea nel 2013
Le persone che nel 2013 hanno chiesto asilo sul territorio dei 28 Paesi UE sono state 434.160, ovvero circa 100.000 in più rispetto al 2012, anno in cui furono 331.975; si tratta di un aumento circa del 30%.
Il 70% di tali richieste di asilo si sono concentrate in soli sei Paesi: Germania (126.705, pari al 29% di tutti i richiedenti asilo nell’UE), Francia (64.760, pari al 15%), Svezia (54.270, pari al 13%), Regno Unito (29.875, pari al 7%), Italia (27.930, pari al 6,5%).
La Germania si conferma dunque – per distacco – come il Paese di principale destinazione delle persone in cerca di protezione internazionale nell’UE.
Rispetto al 2012, anno in cui la Germania aveva assunto tale primato con 77.500 domande di asilo, si è assistito a un ulteriore incremento del 61%. E’ interessante inoltre notare che, certamente anche a causa del numero di domande ricevute, la Germania ha moltissime istanze pendenti (più di 130.000 alla fine del 2013).
Degno di nota è anche l’aumento delle richieste di asilo presentate in Ungheria (passate da 2.155 nel 2012 a 18.895 nel 2013, con un incremento del 777%!) e Bulgaria (da 1.385 a 7.145, 416% ).
Quanto alla provenienza dei richiedenti asilo nell’UE, la Siria, come prevedibile, è diventato il principale Paese di origine (50.470 richiedenti asilo), seguita da Russia (41.270), Afghanistan (26.290), Serbia (22.380), Pakistan (20.885) e Kosovo (20.175). Da questi Paesi proviene quasi il 56% dei richiedenti asilo in tutta l’Unione Europea.
Rispetto al 2012, si evidenzia il triplicarsi del numero di richiedenti provenienti dal Mali (da 2.280 nel 2012 a 6.655 nel 2013) e apolidi (da 3.415 nel 2012 a 9.590 nel 2013).
Nel 2013 un richiedente asilo su quattro era un minorenne. Le donne costituiscono circa il 31% del totale.
2) Esiti delle domande di asilo esaminate in prima istanza nell’UE nel 2013
Su 326.310 decisioni assunte dai 28 Paesi UE nel 2013 le decisioni positive sono state 112.730. La percentuale di riconoscimento di una forma di protezione è stata dunque del 35% circa, in crescita rispetto al 2012 (quando era del 26,6%).
Tra le decisioni positive, 49.510 sono stati i riconoscimenti dello status di rifugiato (15%), 45.540 (14%) i riconoscimenti della protezione sussidiaria, mentre in 17.685 casi (5%) è stata concessa una protezione per ragioni umanitarie (che esiste solo in alcuni Paesi). Le decisioni negative sono invece state 213.580 (65%).
Prendendo come riferimento alcuni Paesi di provenienza, notiamo che i Siriani hanno ottenuto un elevato tasso di decisioni positive (27% status di rifugiato, 62% protezione sussidiaria, 1% protezione per ragioni umanitarie), ma anche i Somali (17% status di rifugiato, 26% protezione sussidiaria, 19% protezione per ragioni umanitarie) e gli Afghani (20% status di rifugiato, 22% protezione sussidiaria, 11% protezione per ragioni umanitarie). Invece, la quasi totalità delle richieste di asilo di persone provenienti dalla Serbia sono state rigettate (98%), così come alta è stata la percentuale di dinieghi nei confronti dei Russi (85%) e dei Pakistani ( 81%).
L’Italia, con 27.930 domande di asilo ricevute nel 2013, ha rappresentato il quinto Stato Membro UE per numero di richiedenti protezione internazionale. Rispetto al 2012 esse sono aumentate del 77,3%, non raggiungendo tuttavia il dato del 2011 (34.515).
Quanto ai Paesi di provenienza delle persone che hanno chiesto asilo in Italia, al primo posto troviamo la Nigeria (3.580), seguita dal Pakistan (3.310), dalla Somalia (2.885), dall’Eritrea (2.215) e dall’Afghanistan (2.175).
L’Italia anche nel 2013 si conferma essere uno dei Paesi UE con il più alto tasso di decisioni positive: su 25.245 decisioni prese in prima istanza, infatti, in 16.185 casi è stata riconosciuta una protezione, pari al 64% del totale. Circa il 30% sopra la media dell’Unione.
Lo status di rifugiato è stato riconosciuto in 3.110 casi (pari al 12% del totale delle decisioni prese nel 2013, quindi tre punti percentuali sotto la media UE), la protezione sussidiaria in 5.550 casi (pari al 22%, un tasso molto elevato rispetto al 14% dell’Unione), la protezione umanitaria in 7.525 (pari al 30%, sei volte la media UE, anche se va ricordato che tale protezione esiste solo in alcuni Paesi).