3.1) Chi ha diritto all’accoglienza.
Salvo alcune eccezioni che approfondiremo, i richiedenti asilo in Belgio hanno diritto ad un posto in una struttura d’accoglienza per tutta la durata della procedura d’asilo (incluso l’eventuale ricorso). L’accoglienza viene dunque data in forma ‘materiale’ e non finanziaria.
Il partner o coniuge del richiedente asilo, nonché i figli minori a carico hanno diritto all’accoglienza (anche se non hanno chiesto individualmente asilo), a condizione che la famiglia si sia formata nel paese d’origine e i familiari si trovino in Belgio a causa della domanda d’asilo.
Anche i cittadini dell’UE che richiedono asilo in Belgio hanno diritto all’accoglienza. Nella pratica però, ad eccezione di Rumeni e Bulgari, non vengono ammessi nelle strutture d’asilo. Se vogliono un posto d’accoglienza possono fare ricorso al tribunale del lavoro.
In caso di domande d’asilo reiterate i richiedenti asilo non hanno diritto all’accoglienza nella fase di filtro (vedi Parte 4 – Esame della domanda). Ma se la domanda reiterata arriva ad essere esaminata nel merito il richiedente asilo ha di nuovo diritto all’accoglienza.
3.2) Come si accede all’accoglienza.
Per ottenere un posto d’accoglienza occorre recarsi presso Fedasil – l’agenzia federale belga responsabile per l’accoglienza dei richiedenti asilo,che assegna un posto al richiedente asilo e alla sua famiglia a seconda della disponibilità. Non è possibile scegliere in quale struttura andare.
I richiedenti asilo possono però decidere di non andare nel posto loro assegnato (ad esempio perché hanno dei familiari presso cui possono alloggiare). In quel caso rinunciano al loro diritto all’accoglienza materiale (mentre potranno sempre chiedere il rimborso delle spese mediche sostenute).
Se un richiedente asilo dispone di mezzi di sussistenza sufficienti Fedasil può decidere di non dare aiuto materiale, ad esclusione delle spese mediche.
3.3) Struttura del sistema d’accoglienza.
Il sistema d’accoglienza per richiedenti asilo belga è concepito in due fasi.
In una prima fase Fedasil assegna ai richiedenti asilo un posto in un centro collettivo. Questi centri sono gestiti da Fedasil stesso o dalla Croce Rossa e variano di dimensioni da una 50ina di posti a più di 700.
Le strutture collettive sono molto differenti anche per quanto riguarda il tipo di servizi che possono offrire. Ad esempio in alcuni centri ci sono cucine a disposizione dei richiedenti asilo, che quindi possono farsi da mangiare in autonomia. In altri centri questo non è possibile.
Nei centri collettivi ogni richiedente asilo riceve una piccola somma di denaro per potersi comprare ad esempio i vestiti. Spesso all’interno dei centri vengono allestiti dei negozi di vestiti di seconda mano che vengono venduti a prezzi simbolici.
La seconda fase prevede che dopo 4 mesi in un centro collettivo, i richiedenti asilo possono poi richiedere di essere trasferiti in una struttura d’accoglienza individuale, ovvero degli appartamenti gestiti da delle entità comunali denominate Centri Pubblici di Azione Sociale (CPAS) o da onlus. Il principio di base è che un soggiorno troppo lungo in un centro collettivo nuoce all’autonomia del richiedente asilo. Non sempre è possibile effettuare un trasferimento subito, questo dipende dalla disponibilità dei posti in un dato momento. In generale è più difficile trovare posti per uomini soli che per famiglie, perché è più facile trovare alloggi adatti ad una famiglia che ad una persona sola. Nelle strutture d’accoglienza individuali i richiedenti asilo ricevono un sussidio mensile per provvedere ai loro bisogni primari, come il cibo. In certe strutture sono anche responsabili per il pagamento delle bollette, in altre questi costi vengono coperti dal gestore della struttura.
Sia nelle strutture collettive che in quelle individuali i richiedenti asilo vengono assistiti da assistenti sociali individuali che aiutano i richiedenti asilo negli aspetti pratici della vita in Belgio (iscrizione al comune, iscrizione dei bambini a scuola, iscrizione a scuola di lingua, attività del tempo libero….), nelle varie tappe della procedura d’asilo e nella richiesta di un avvocato.
3.4) Termine dell’accoglienza in caso di decisione negativa.
In caso di decisione negativa anche in seconda istanza o di decisione di ‘non presa in considerazione’ perché il richiedente proviene da un paese d’origine sicuro Fedasil può assegnare un ‘posto d’accoglienza aperto per il rimpatrio volontario’.
Si tratta di posti in alcuni dei centri d’accoglienza esistenti, riservati a persone che devono lasciare il territorio Belga e che ricevono un periodo ulteriore di accoglienza – generalmente di 30 giorni, salvo proroga per giustificati motivi – in cui verranno assistiti intensivamente in vista di un possibile rimpatrio volontario.
Se non ci sono ragioni per prolungare il termine i richiedenti asilo devono lasciare l’accoglienza e possono essere portati in un centro di detenzione per essere rimpatriati forzatamente. Famiglie con bambini minorenni non possono essere messe in detenzione e vengono portate in ‘case di rimpatrio’ aperte.
Chi, nonostante il diniego alla propria domanda, non si presenta nel centro d’accoglienza in vista del rimpatrio volontario, viene considerato come “in fuga” e può, se intercettato dalla polizia, essere portato in un centro di detenzione per un rimpatrio forzato.
I ‘posti d’accoglienza aperti per il rimpatrio volontario’ nei quali si dovrebbe svolgere la preparazione per il rimpatrio volontario sono stati inaugurati a settembre 2012. Nella pratica la stragrande maggioranza delle persone (78%) a cui viene assegnato uno di questi posti non vi si reca. Solo il 4% rimpatria volontariamente.
3.5) Uscita dal sistema di accoglienza in caso di risposta positiva alla domanda di protezione internazionale.
Se l’esito della procedura d’asilo è positivo i beneficiari di protezione internazionale hanno due mesi di tempo per lasciare il centro e trovare un alloggio privato. Avendo uno status hanno diritto all’assistenza sociale e finanziaria dei Centri Pubblici di Azione Sociale (CPAS). Spesso tuttavia i due mesi non sono sufficienti a trovare un alloggio. Questo è dovuto alla generale carenza di alloggi a bassi affitti in Belgio, ma anche alle difficoltà più specifiche di stranieri con mezzi limitati e che spesso non parlano la lingua e ai quali i proprietari spesso preferiscono non affittare.
3.6) Possibilità di svolgere attività lavorativa per i richiedenti asilo.
I richiedenti asilo che dopo sei mesi a partire dalla presentazione della domanda d’asilo non hanno ancora ricevuto una decisione in prima istanza hanno diritto a lavorare.
Per esercitare questo diritto devono richiedere un permesso di lavoro C. Il permesso di lavoro C viene dato per massimo un anno e dà diritto a lavorare per qualsiasi datore di lavoro. Il datore di lavoro non deve espletare nessuna particolare pratica amministrativa. Il permesso C può essere rinnovato in caso la procedura d’asilo sia ancora pendente dopo un anno. Il permesso C non è più valido dal momento in cui il richiedente riceve una decisione negativa.
Capacità totale: 23.778 posti
Occupazione: 19.755 persone accolte
Tasso d’occupazione: 83% (come soglia di saturazione del sistema si considera il 94%)
Centri collettivi:
Centri Fedasil (18 centri) = 5060 posti
Centri Croce Rossa francofona (18 centri) = 4.306 posti
Centri Croce Rossa fiamminga (14 centri) = 1627 posti
Iniziative locali d’accoglienza dei Centri Pubblici d’Azione Sociale: 544 posti
Altri partners (6centri) = 274 posti
Strutture d’accoglienza individuali:
Iniziative locali d’accoglienza dei Centri Pubblici d’Azione Sociale: 8695 posti
ONG (CIRE, Flemish Refugee Action) = 1921 posti
1351 posti (Fedasil + Croce rossa francofone e fiamminga)
Evoluzione della capacità d’accoglienza:
01.01.2013 – 23.985 posti
01.01.2012 – 24.026 posti
01.01.2011 – 21.412 posti
01.01.2010 – 18.684 posti
01.01.2009 – 16.061 posti
01.01.2008 – 15.809 posti
01.01.2007 – 16.094 posti
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Vai alla parte 2 – Avvio della procedura
Vai alla parte 4 – Esame della domanda
Vai alla parte 5 – Fase giurisdizionale